Aftersun: la potenza dei ricordi d'infanzia
- cinebucolico
- 18 nov 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 28 nov 2022
a cura di: Letizia.

Aftersun (2022) opera prima di Charlotte Welles, presentata ad Alice nelle Città al Festival del Cinema di Roma ha conquistato tutti e si, ha conquistato anche me.
Questo film è un romanzo di formazione che racconta la storia di Callum e Sophie, padre e figlia durante una vacanza in Turchia, ultimo tenero momento che Sophie ha condiviso con il padre.
Il film è un lungo flashback che ripercorre quella vacanza che Sophie, ormai trentenne e nonché proiezione della regista, ha trascorso con il padre negli anni ‘90.
I due protagonisti sono interpretati magistralmente da Paul Mescal e Frankie Coro.
Callum (Paul Mescal) è un trentenne padre quasi per caso di una bambina avuta undici anni prima quando ancora era molto giovane. Per quasi tutta la durata del film la macchina da presa indugia sui due protagonisti restituendoci la sensazione di star guardando un filmino di famiglia. Filmini che ci siamo divertiti a girare anche noi, quando eravamo bambini, con le vecchie videocamere durante le vacanze al mare. Questa sensazione familiare, tesa a far riaffiorare ricordi, memorie e momenti, un po’ come quelli di Sophie, ci riporta alla nostra infanzia e alla sensazione di pace che si prova quando sei un bambino e vedi i tuoi genitori come degli eroi. Sophie ama suo padre, che al contrario di quanto possano filtrare gli occhi di una bambina, non è cattivo ma nemmeno un eroe. Callum combatte, cerca di essere un bravo padre, ma crolla quando Sophie non c’è. Probabilmente é depresso, insoddisfatto della sua vita. Forse il rimpianto di essere rimasto padre giovane o di non aver ancora dichiarato la sua presunta omosessualità.
Aftersun è una pellicola dolce amara, sussurrata e delicata, dai colori freddi ma anche caldi.
I silenzi hanno lo stesso peso dei dialoghi. Welles congela un momento della sua infanzia e lo sospende nel tempo, quasi a indicare come il potere dei ricordi, possa colmare un vuoto o una perdita.
Il film è disponibile su Mubi e vi consiglio caldamente di guardarlo soprattutto per l’interpretazione di Paul Mescal che già in Normal People aveva dimostrato la sua bravura. Mescal, nei panni di Callum, restituisce tutta la complessità del personaggio, riuscendo a rendere la sofferenza interiore attraverso uno sguardo vacuo e assente, nonostante gli sforzi e l'affetto profondo nei confronti della figlia. Sofferenza che traspare nei momenti di solitudine, dove Callum si dispera in silenzio nella stanza d’albergo.
Altrettanto brava Frankie Coro, che interpreta una figlia felice di trascorrere dei momenti con il padre, connotata da quell’ingenuità e leggerezza che si confà ai bambini. Sophie però tramite gli sguardi e le carezze silenziose rivolte al padre, forse già comprende la sua inquietudine ma è comunque ancora troppo piccola per vederlo chiaramente.
Aftersun è come sfogliare un vecchio album di famiglia e dai volti, dai sorrisi, dai gesti cogliere le sensazioni e le emozioni provate in quel momento che ormai appartiene al passato. Welles è come se ci desse la possibilità di curiosare in un vecchio baule polveroso, quelli che di solito si trovano nelle mansarde, di aprirlo e trovare questo album, dandoci l'opportunità di essere spettatori del suo vissuto e del suo rapporto con il padre tutto racchiuso in un dolcissimo ricordo d'infanzia.
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