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Amores perros - to make God laugh, tell him your plans.

  • Immagine del redattore: cinebucolico
    cinebucolico
  • 19 set 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 3 dic 2022

Un'immersione nel mondo di Alejandro González Iñárritu e del suo pensiero sulla società.

a cura di: Hati



“Amores perros” (2000) è la prima pellicola che introduce il pubblico alla Trilogia sulla Morte del regista messicano Alejandro González Iñárritu, insieme a “21 grammi “(2003) e “Babel” (2006).


Non è propriamente facile scrivere di questo film, mostra delle situazioni con un impatto emotivo talmente forte da non riuscire ad essere espresse a parole: la domanda che fiorisce alla mente una volta terminata la visione della pellicola è: “ed io cosa avrei fatto al loro posto?”

Ti stringe in una morsa, che non ha minimamente l'effetto di un abbraccio; portando lo spettatore al punto di odiare i personaggi presenti all'interno del film, questo perché la loro quotidianità diventa anche quella dello spettatore: che si rispecchia nei loro atteggiamenti e soprattutto, nel loro bisogno logorante di amare.

La trama è suddivisa in tre episodi, con tre stratificazioni sociali distinte unite tutte da un’episodio che sconvolge la vita di tutti i personaggi: un incidente automobilistico.

La scelta di analizzare le varie diseguaglianze ha lo scopo di far comprendere come la natura animalesca non sia stata totalmente repressa dall'essere umano, qualsiasi sia la sua classe sociale d’appartenenza.






Il primo episodio racconta la storia di Octavio (Gael García Bernal) un giovane innamorato di Susana (Vanessa Bauche), la moglie di suo fratello Ramiro (Marco Pérez). Octavio intuisce di potersi arricchire grazie al suo cane Coffee, facendolo combattere contro altri cani. Una volta arricchito decide di andar via di casa con Susana, che non ricambia pienamente i suoi sentimenti; Tuttavia, all'ultimo combattimento il cane viene gravemente ferito da un colpo di pistola e Octavio, per vendicarsi, accoltella il padrone dell'altro cane, che aveva premuto il grilletto. Ne consegue un inseguimento nel quale Octavio causa un incidente con un'altra automobile. È da lì che si riprende con la seconda vicenda, che racconta la storia di Daniel (Álvaro Guerrero) e Valeria (Goya Toledo). Valeria è una modella di fama nazionale, che si porta sempre appresso il suo cagnolino, ed è appena andata a convivere con il suo fidanzato Daniel. La vita della bellissima ragazza viene però stravolta da quell'incidente stradale, subendo gravi danni alle gambe con ripercussioni psicologiche fortissime. Il loro rapporto inizia a consumarsi tra la rabbia e i litigi, ed il deterioramento li accompagna come lo smarrimento attanagliante e angoscioso del cagnolino di Valeria.





Il terzo episodio riprende da un personaggio già introdotto nei precedenti: El Chivo(Emilio Echevarria), un uomo che vive in una casa malridotta assieme ai suoi numerosissimi cani.

El Chivo è un sicario che vive da barbone e che anni prima aveva abbandonato moglie e figlia per diventare un guerrigliero di estrema sinistra. Presente durante l'incidente salva il cane di Octavio e lo porta a casa per guarirlo ma, in una scena straziante, si ritrova gli altri cani uccisi da Coffee.

Sentimenti come rabbia, malinconia, sofferenza, disperazione e gelosia sono posti in mezzo ad una linea immaginaria che collega l'amore ai “cani” (sinonimo in realtà della brutalità umana). Inarritu vede e ripropone attraverso un occhio cinico e freddo (a volte distante ma impietosito), le relazioni umane ed il loro miserabile tentativo di ripresa come necessità primordiali e istintive; l'amore diventa collante tra gli esseri umani tanto quanto la brutalità che ne consegue nel momento in cui quest’ultimo non riesce ad essere smaltito in un altro modo. Gioca un ruolo importante anche la scelta di contrapporre dualmente a livello estetico bellezza e imbruttimento, accompagnate sempre dai sentimenti dei personaggi.




Il bellissimo Gael Garcia Bernal (Octavio) ci fa innamorare inizialmente sia per i suoi occhi azzurri, che per come è attento ed amorevole nei confronti di Susana, ma poi la gelosia, la violenza e l'avidità lo imbruttiscono nel tempo, riducendolo ad un corpo sanguinante in mezzo alla strada.

Goya Toledo (Valeria) viene introdotta al pubblico in un programma televisivo, nel quale viene descritta come la donna più attraente del Messico; un po' come la mostrano i ridondanti cartelloni pubblicitari e le sue lunghissime gambe. Dopo l'incidente i litigi e l'odio che riempiono la casa vuota di Valeria e Daniel la rendono gradualmente più irritante e meno attraente, fino al loro culmine, dove la sua bellezza (impersonificata dalle sue gambe) viene totalmente strappata dalla trombosi, che la colpisce alla gamba con il conseguente amputamento.




Il personaggio di Emilio Echevarrìa (El chivo), invece, propone un percorso diverso: l'uomo viene inizialmente presentato come rude e spietato, un cane tra cani, la barba folta, i capelli lunghi, i vestiti sporchi evidenziano la sua povertà e la sua poca curanza estetica ma, con lo scorrere degli eventi, El Chivo acquisisce sensibilità, si arricchisce economicamente e, lasciando “Caino” ed “Abele” (i due fratelli che aveva sequestrato per un mandato di uccisione) nella sua casa soli con una pistola, si posiziona ad un livello superiore rispetto agli altri personaggi, non è più rappresentato come una bestia ma come un essere umano. La sua superiorità viene evidenziata anche dalla trasformazione fisica, che avviene nelle ultime scene: El Chivo si lava, si rade la barba, si taglia i capelli e indossa un completo da ufficio per poi andare a casa di sua figlia e lasciarle un messaggio amorevole in segreteria.




Queste contrapposizioni tra bellezza e imbruttimento, amore e brutalità, vengono così presentate al pubblico sia interiormente che esteriormente, un po' come il cinema di Inarritu che è legato sia alla forma che al contenuto dei suoi film che ci portano simultaneamente dentro alla mente di un pazzo sgravato che ama indebolire la convinzione socialmente accettata che l'essere umano è per sua natura buono.




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