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And Then We Danced: La danza della rivoluzione

  • Immagine del redattore: cinebucolico
    cinebucolico
  • 16 dic 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

a cura di: Gisella.

"Questo film è un inno alla libertà, la libertà di espressione, la libertà di essere chi vogliamo, di emozionare. Mi ha insegnato a non arrendermi, è stato una finestra sul mondo e su me stessa."

Una danza dirompente, il rosso e il giallo che si incontrano, la musica tipica che contrasta le movenze sensuali del ballerino. È così che finisce "And Then We Danced" film georgiano del 2019 diretto da Levan Akin.

Una scelta un po' inusuale quella di parlare di un film partendo dal finale, ma è proprio in questa sequenza che è racchiuso il messaggio del film, una potenza che rompe ogni confine, la difficoltà di conciliare le idee conservatrici di un paese rigido e la propria essenza, la voglia di libertà e di esprimere se stessi.

L'elemento che lega tutte le vicende è la danza. In Georgia la danza è molto importante, motivo per il quale tutti i ragazzi e le ragazze del paese devono obbligatoriamente frequentare corsi di danza, ed è uno dei principali simboli di patriottismo del paese. Tramite il personaggio di Merab (Levan Gelbakhiani) il film ci porta a vivere le difficoltà a cui delle tradizioni così rigide e radicate possono portare. Secondo questa cultura infatti gli uomini devono essere orgogliosi, coraggiosi e simbolo indiscusso di mascolinità: non sono quindi ammesse movenze delicate o che vengano viste come esclusivamente femminili. La danza si basa infatti su tre componenti fondamentali: la prima componente, austera e guerresca, è quella degli uomini dal gesto fiero, abili manipolatori di spade e pugnali; la seconda è quella delle dame dalle bellissime vesti che scivolano sul palcoscenico con estrema eleganza; la terza è quella paesana, dei mattacchioni e degli acrobati. Tutte queste coreografie hanno in comune la fusione delle basi della cultura e delle danze popolari. E' proprio da qui che il film inizia la sua silenziosa ma potente rivoluzione.



Sin dalla prima scena percepiamo il desiderio del protagonista di emergere, di rompere le asfissianti tradizioni che gli vengono perennemente ricordate ad ogni prova nella sala della scuola di danza, e questo desiderio si fa ancora più forte quando fa il suo ingresso Irakli (Bachi Valishvili), i due iniziano un rapporto fatto di silenzio e desiderio, di sguardi da lontano e di sorrisi nascosti. Per tutto il film vediamo il mondo dagli occhi di Merab, che si ritrova incastrato in una vita che gli sta stretta, in dei rapporti che vorrebbe fossero diversi. L'amicizia con Mary (Ana Javakishvili) che sembra volere qualcosa di più, il difficile rapporto con il fratello David (Giorgi Tsereteli) irascibile ribelle al quale Merab deve risolvere ogni problema, e infine lo strano rapporto con Irakli, che lo confonde, lo sconvolge, lo porta in alto e poi subito sottoterra.

Il film è ricco di meravigliosi contrasti: le tradizionali musiche georgiane si mischiano con gli ABBA, i costumi tipici delle danze con i vestiti colorati e giovanili, l'ostile ambiente della scuola di danza con le discoteche libere e promiscue, i matrimoni combinati con le storie d'amore omosessuali, ancora tristemente viste come qualcosa di proibito e contro natura.



Proprio a Tbilisi, capitale della Georgia, in occasione dell'uscita del film vi sono state delle proteste da parte degli estremisti che hanno portato all'intervento della polizia e molte persone ferite.

"Caos a Tbilisi per la première di "And Then We Danced": una donna ferita, 12 arresti."

così riportava il magazine Gay News nel 2019.


La componente dolce-amara ci accompagna per tutto il film, il desiderio fisico è presente in ogni scena, i due protagonisti si toccano per poi allontanarsi, gli attimi di felicità sono veloci ma intensi e la potenza scenica scatena emozioni che le parole non avrebbero mai potuto esprimere.

Ma la danza non è solo tradizione, è anche portatrice di desiderio: Merab danza per Irakli in più di un'occasione, esprimendo se stesso, trasmettendo tutte le sue emozioni. Danza anche quando è frustrato o arrabbiato, per sfogarsi e distrarsi. E' anche una rappresentazione di forte passione, come sottolinea anche il regista, per omaggiare le tradizioni e la bellezza della sua terra.



Anche la famiglia è un elemento molto importante, lo vediamo con Irakli che divide la sua giornata tra prove e lavoro per aiutare sua madre e suo fratello, e con Merab che accudisce amorevolmente sua nonna.

I rapporti vengono rappresentati con delicatezza, tramite gesti e sguardi, pochissime le parole anche quando in una scena capiamo che David è stato picchiato da alcuni omofobi per aver difeso suo fratello, o quando Merab soffre in silenzio per il matrimonio di Irakli. È tutto fatto di sguardi, abbracci e lunghi silenzi, che permettono ai personaggi e allo spettatore di guardare dentro di sé, di capire se stessi e di trovare la forza dalle esperienze vissute, ma anche e soprattutto da se stessi.



Il film non condanna, bensì racconta la voglia di vedere un mondo dove tradizione e umanità possano coesistere, dove essere se stessi non sia visto come uno sbaglio, ma come un pregio. Tutto questo lo fa con fierezza e con la giusta dose di realismo, che permette anche al resto del mondo di conoscere una storia e una cultura diverse dalla propria, rendendo ancora una volta il cinema un mezzo di informazione oltre che fonte di emozioni, il modo i cui racconta una storia semplice con così tanta passione gli permette di entrare nel cuore di chiunque si ritrovi a guardarlo.



Ho sempre visto i film come un modo per viaggiare pur rimanendo fermi, ed è un po' quello che mi è successo con And Then We Danced, arrivato in un momento in cui tutto era fermo e che mi ha permesso di viaggiare e scoprire una cultura affascinante. Un mondo che mi ha arricchita, che mi ha dato nuovi punti di vista e la possibilità di mettere in gioco tante cose. Questo articolo è infatti anche frutto di uno studio, un incontro tra cinema e antropologia, che mi ha spinta a mettere insieme diversi aspetti culturali, mescolando storia e passione, ispirata dalla potenza del film e da quello che mi ha lasciato.

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