Cinema da 45 giri: The Smiths
- cinebucolico
- 24 ott 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 3 dic 2022
a cura di: Letizia.
È risaputo come cinema e musica siano due anime che vanno a braccetto. La musica e il suono in generale sono spesso campi di sperimentazione da parte dei cineasti e rientrano a pieno titolo negli elementi fondamentali che compongono la grammatica cinematografica. Per farla breve, cinema e musica sono due linguaggi che si sono, dagli albori della storia del cinema, costantemente influenzati a vicenda. Qual è pero’ un caso in cui è la musica ad attingere dal cinema? Uno c’è, basta riavvolgere il tempo e tornare nel 1982 a Manchester, anno di nascita di una band tra le più importanti nel panorama musicale: i The Smiths.
La band formata da Morrissey (voce), Johnny Marr (chitarra), Andy Rourke (basso) e Mike Joyce (batteria) pubblica in un arco di tempo che va dal 1984 al 1987 quattro album le cui copertine sono tratte da fotogrammi di pellicole cinematografiche. Vediamole nel dettaglio:
Album d’esordio è The Smiths pubblicato il 20 febbraio 1984.

La copertina ritrae una foto di Joe Dallesandro, attore e modello americano, proveniente dalla Factory di Andy Warhol. Lo scatto è tratto dal film Flesh, diretto da Paul Morrisey nel 1968 e prodotto dallo stesso Warhol.
Paul Morrisey personaggio chiave nell’ambito della Pop Art statunitense, ha realizzato insieme a Andy Warhol alcuni film sperimentali. Flesh insieme a Trash-I rifiuti di New York (1970) e Heat (1972), costituisce un’ideale trilogia. Il film costellato di elementi della cultura pop segue una delle caratteristiche fondamentali della contemporanea Nouvelle Vague: la destrutturazione della narrazione. Flesh è un film irriverente e senza filtri, la giornata di Joe che per mantenere la moglie e la figlia di un anno, offre prestazioni sessuali ad altri uomini. Un film in cui vengono esplorate le varie forme della sessualità: eterosessuali, omosessuali e travestitismo.
Il secondo album è Meat is Murder pubblicato l’11 febbraio 1985.

La copertina ritrae un’immagine di un soldato tratta da un documentario di Emile de Antonio, In the Year of The Pig del 1968. Il titolo dell’album riportato sull’elmetto è stato modificato dal gruppo (quella originale era Make War Not Love). In the Year of The Pig è un documentario sul coinvolgimento americano nella guerra in Vietnam che nel 1969 ha ricevuto il premio Oscar come migliore documentario. Il film in b/ n contiene molti filmati storici e interviste. Appena uscito è stato accolto con molte ostilità da parte del pubblico e gli viene mossa l’accusa di adottare una prospettiva troppo di sinistra. Emile de Antonio risponde all’accusa affermando che “Solo Dio è oggettivo e non fa film”.
Il terzo album è The Queen Is Dead pubblicato il 16 giugno 1986.

La foto della copertina raffigura Alain Delon, uno dei più grandi attori francesi al pari di Jean-Paul Belmondo. Delon ha anche collaborato con registi del calibro di René Clément, Luchino Visconti e Jean-Pierre Melville. Nello specifico, la foto è tratta da una scena del film L’insoumis (Il ribelle di Algeri) un film noir del 1964 diretto da Alain Cavalier. All’epoca il film non trovò grande riscontro nel pubblico francese, probabilmente a causa della guerra in Algeria. Il film inoltre fu censurato con diversi tagli che ne hanno compromesso l’integrità artistica.
Il quarto e ultimo album è Strangeways, Here We Come pubblicato il 28 settembre 1987.

La copertina questa volta riporta una scena tratta dal film La valle dell’Eden (dall’omonimo romanzo di John Steinbeck 1952) diretto nel 1955 da Elia Kazan in CinemaScope. Oltre ad essere la prima pellicola a colori di Kazan segnò anche l’inizio della carriera di James Dean. Nella copertina di Strangeways, Here We Come è raffigurato l’attore Richard Davalos che nell’originale della foto sta guardando James Dean, personaggio per il quale Morrissey nutriva un vero e proprio culto (gli ha dedicato un libro dal titolo James Dean is Not Dead).
Oltre i quattro album gli Smiths dedicano altre copertine al cinema, ad esempio, quella per il singolo This Charming Man (brano contenuto in The Smiths).

La copertina raffigura Jean Marais attore francese, nel film Orphée di Jean Cocteau, 1950.
Nella raccolta Louder Than Bombs pubblicata il 16 marzo 1987, in copertina una foto di Shelagh Delaney autrice del testo teatrale A Taste of Honey (1958) di cui nel 1961 è stato realizzato anche un adattamento cinematografico. La stessa autrice ha scritto la sceneggiatura insieme al regista Tony Richardson. A Taste of Honey fa parte di quella serie di film britannici che negli anni ’60 vengono chiamati kitchen sink drama.

Il “realismo del lavello da cucina” è un movimento che si è sviluppato alla fine degli anni ’50 e inizio anni ’60 in Inghilterra, i cui protagonisti di solito vengono descritti come “giovani arrabbiati”. Sono film che raccontano la vita difficile della classe operaia britannica con estremo realismo e senza sconti di pena.
I The Smiths attingono dal cinema britannico degli anni ’60 anche per il singolo William, It Was Really Nothing (brano contenuto in Hatful of Hollow raccolta di canzoni pubblicata il 12 novembre 1984)

In copertina l’attrice Billie Whitelaw nel film Charlie Bubbles (L’errore di vivere) debutto alla regia di Albert Finney nel 1968.
Infine, per il singolo Sheila Take a Bow (brano contenuto nella raccolta Louder Than Bombs) in copertina l’attrice transgender Candy Darling che recitò nei film di Andy Warhol: Flesh (1968) e Women in Revolt (1971).

Il fascino di una band come quella degli Smiths è ulteriormente rafforzato dall'estetica delle loro copertine dei dischi. Quasi sempre selezionate personalmente da Morrissey, le copertine rispecchiavano le influenze formative del cantante, con immagini classiche di star delle soap opera o eroi cult dei film degli anni '50 e '60 intervallate da occasionali pop star pionieristiche.
Non mi resta che augurarvi buona lettura.
Letizia.
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