Fantasia e la sinestesia musicale
- cinebucolico
- 28 nov 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 dic 2022
A cura di: Camilla.
Un tuffo nell’infanzia per ricordare uno dei film d’animazione che ha sicuramente contribuito ad alimentare la mia passione per il cinema e a scoprire la musica classica con molta vivacità e leggerezza suonando diverse corde del mio cuore.

Novembre 1940, in contrasto al bianco e nero degli orrori della guerra, le sale cinematografiche vengono investite da un’ondata di sinfonie e colori con il celebre film d’animazione più lungo della storia distribuito da Walt Disney: Fantasia.
Fantasia può essere definito una sinestesia che nasce dal connubio tra musica e immagini, movimento e colore: una vera e propria opera d’avanguardia capace di associare un prodotto comunemente rivolto ai bambini (il cartone animato) e la musica classica, coinvolgendo figure illustri come Stravinsky, Leopold Stokowski e Deems Taylor. Una combinazione che permette di vedere la musica e ascoltare le immagini attraverso un interscambio sensoriale.
La sinestesia richiama diverse discipline artistiche, dalla letteratura proposta dai simbolisti (un esempio è Baudelaire con « Correspondances ») all’arte, dove Kandinskij teorizzò questo legame tra musica e colore, attraverso quella che poteva essere considerata un’alterazione sensoriale o più semplicemente una passione che univa questi due mondi, dando vita all’astrattismo. Il filo conduttore che unisce l’arte di Kandinskij e Fantasia è l’astrattismo musicale.

L’opera è interamente sostenuta musicalmente dal Maestro Leopold Stokowski e dall’Orchestra di Filadelfia.
Inizialmente nato come cortometraggio per rilanciare il personaggio di Topolino (ormai in declino) con “L’apprendista stregone” di Paul Dukas, il progetto si estese fino a diventare un vero e proprio lungometraggio.
Esso si apre con i musicisti che si preparano a dare vita a quest’opera sinfonica e di colori, con l’entrata in scena di Deems Taylor che annuncia il programma suddiviso in otto atti.
«Quelli che vedrete sono i disegni, le immagini e le storie che la musica ha ispirato alla mente e all’immaginazione di un gruppo di artisti. In altre parole, questa non è l’interpretazione di musicisti esperti, il ché va a nostro vantaggio. Ci sono tre generi di musica nel nostro programma: il primo è il genere che racconta una storia precisa, poi c’è il genere che pur non avendo una trama specifica dipinge una serie di immagini più o meno definite, e infine la musica che esiste come fine a se stessa. Il numero con cui apriremo il nostro programma […], è musica di quest’ultimo tema: quella che noi chiamiamo musica assoluta».
Fantasia esordisce con: Toccata e fuga in Re Minore di Johann Sebastian Bach, un’autentica rappresentazione di astrattismo musicale dove immagini astratte e dinamiche riflettono il suono e il ritmo della musica.
A seguire: Lo Schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij, vengono rappresentate selezioni del balletto di Čajkovskij con il susseguirsi delle quattro stagioni. Inoltre, un’opera musicale che ho deciso di ribattezzare come la colonna sonora della mia infanzia e che ha la capacità di risvegliare la magia dei miei ricordi infantili.
Il terzo momento è il nucleo originario del progetto: L’Apprendista Stregone di Paul Dukas basato sull’omonima ballata scritta da Goethe.
Il concerto prosegue con La Sagra della Primavera di Igor Stravinskij: la musica viene associata ad una rappresentazione primordiale del pianeta terra che lentamente prende forma con la comparsa delle prime forme di vita e l’arrivo dei dinosauri.
Intermezzo: in assenza di Stokowski, gli orchestrali accennano motivi jazz e precedono La Sinfonia Pastorale di Ludwig Van Beethoven e in seguito La Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli.
Si giunge alla conclusione del concerto dove Walt Disney ripropone uno dei suoi temi ricorrenti: la lotta tra il bene e il male celebrata dal contrasto tra il giorno e la notte e accompagnata musicalmente da Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij. Da una parte il male dominato da un imponente demone che circonda anime di defunti durante la notte, dall’altra il bene che sorge all’alba con il rintoccare delle campane che costringe le anime a ritornare nell’ombra fluttuando sulle note de L’Ave Maria di Franz Shubert.
Per concludere, quest’opera ambiziosa di Walt Disney si conferma un capolavoro indiscusso che va ben oltre a un semplice prodotto d’intrattenimento per bambini. Ne suggerisco periodicamente la visione per cogliere nuove sfumature e capire quanto sia cambiata la nostra percezione delle cose con il passare degli anni, come spesso accade con film che ci hanno accompagnato durante l’infanzia.
Dunque, non posso esimermi dal congratularmi con il Maestro Stokowski per questo immenso regalo.

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