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Il mostruoso femminile – uomini che temono le donne. Da Mary Shelley a Scarlet Witch

  • Immagine del redattore: cinebucolico
    cinebucolico
  • 21 ott 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 dic 2022

A cura di: Gisella.


La “paura” verso la figura femminile ha origini molto antiche, a partire da quando nel quattrocento venivano perseguitate e uccise le donne accusate di stregoneria, dando vita a quella che è ormai nota come “caccia alle streghe”.

Il sottotesto della stregoneria può essere in realtà interpretato come “la paura della conoscenza”, la paura delle donne che riuscivano e riescono a pensare con la propria testa e che per questo vengono relegate soltanto ad una pazzia immotivata.

"se un mostro è un corpo spaventoso perché fuori controllo, una donna mostruosa è una donna libera dal controllo maschile".

Così scrive Jude Allison Sandy Doyle nel suo "Il mostruoso femminile"

Uno tra gli esempi che ci possono accompagnare in questo universo di donne

“Indomabili” è Mary Shelley, sulla quale è stato realizzato anche un film "Mary Shelley" del 2017 diretto da Haifa a al-Mansour, dove viene raccontato proprio del suo incontro con il poeta Percy Shelley, della loro storia e di come l'animo di Mary volesse sfuggire al controllo del marito che invece provava a tenerla sempre più stretta nel suo cerchio.

Ne è un esempio la pubblicazione anonima del suo romanzo più celebre "Frankenstein". Poiché non poteva pubblicarlo inquanto donna.

Ma sono ancora molti gli esempi di donne "mostruose" nel panorama cinematografico.

Uno degli esempi più celebri e recenti è sicuramente quello di Wanda Maximoff (Scarlett Witch), personaggio che, soprattutto nell'ultimo "Doctor Strange - In a multiverse of Madness" diretto da Sam Raimi, ha avuto un arco narrativo che si può definire discendente.

Wanda vive una discesa verso la pazzia, guidata dall'ossessione di voler tenere unita una famiglia che in realtà vive solo nella sua mente. Verrà continuamente dipinta come guidata dalla disperazione, senza la capacità di essere vista come un qualsiasi altro Villain, perché una donna “cattiva” non sarà mai ascoltata ma soltanto relegata ad un'isteria immotivata. Come al contrario accade con i villains maschili (che so non ci sarà bisogno di citare).

Un destino quello di Wanda che troviamo e ritroviamo spesso nel mondo del cinema.

Parlando di mostruoso femminile non si può non pensare ai film horror, che negli ultimi anni hanno dato ampio spazio alla figura femminile, tra i tanti "The VVitch" e "Pearl" sono i titoli su cui ci soffermeremo.

“The VVitch”, film del 2015, diretto da Robert Eggers e con protagonista Anya Taylor-Joy, come si può intuire dal titolo è una pellicola che tramite il folclore delle streghe ci racconta la storia di Thomasin, una ragazza che vive in campagna con la sua famiglia e che si ritrova ad essere protagonista di una serie di vicende che la porteranno poi ad un confronto finale. Thomasin rappresenta tutto ciò che in passato è stato temuto, suscita rabbia e orrore agli occhi della sua famiglia, una rabbia scatenata dalla paura dell'ignoto, di ciò che Thomasin diventa, spaventati della sua femminilità, messa esplicitamente in evidenza se confrontiamo la Thomasin di inizio film con quella della scena finale.

Quella che invece vediamo sul volto di Pearl, interpretata da una fenomenale Mia Goth, sin dal primo fotogramma dell'omonimo film diretto da Ti West (Prequel di "X") presentato alla 79° mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, è un'ambizione sfrenata, ma anche la voglia di essere amata e la paura dell'abbandono.

Pearl è una ragazzina che si sente persa, maltrattata dalla madre.

Una ragazzina che teme il confronto ed è per questo che si confida solo con il padre che, a causa della sua invalidità non può risponderle.

È solo quando incontra Howard che Pearl abbasserà la guardia, per poi però subito provare a stringerlo nella sua morsa, che lo farà invece allontanare.

Pearl è un film che porta allo stremo cosa vuol dire farsi risucchiare delle ambizioni, con un ingrediente tragicomico condito con la giusta quantità di sangue. (parliamo pur sempre di un horror!)

E parlando di donne non si può non citare “Mother!” (2017) diretto da Darren Aronofsky.

Qui, forse più che in ogni altra pellicola troviamo il tema della maternità e quello del mostruoso rappresentati al loro massimo.

Il film inizia con quella che sembra essere una normale coppia innamorata, ma il film si trasformerà presto in un vortice da cui è impossibile uscire, dove la madre,(interpretata da Jennifer Lawrence) partorisce un bambino che le viene strappato dal marito (interpretato da Javier Bardem) e dato in pasto a tutti coloro che da amici si sono trasformati in predatori.

La donna viene vista come incapace, in preda alla pazzia, solo perché in realtà è l'unica che riesce a guardare ciò che sta succedendo e vorrebbe sfuggirne.

Questo film è una dura rappresentazione di una maternità negata, di una donna vista come minaccia quando prova a prevalere.

Tutte tematiche che collegano le donne appena citate.

Donne alle quali non è concesso vivere il proprio potere con lucidità, donne obbligate a sottostare, e che quando non lo fanno spaventano, perché nessun potere è più forte di quello della conoscenza.

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