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Malina - la ferocia delle parole

  • Immagine del redattore: cinebucolico
    cinebucolico
  • 17 ott 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 dic 2022

a cura di: Hati.

Malina, Malina, Malina.

Malina è il marito, il compagno, l'odiato, il noioso; Malina è la monotona quotidianità che ti rimane affianco fino alla disperazione, Malina è parte intima del personaggio interpretato da Isabelle Huppert, che nonostante sia il centro magnetico della storia, si fatica a ricordarne il nome una volta finito il film. Ti rimane attaccato il morboso amore che lei stessa, scrittrice isterica, prova per Malina, Malina che le fa da specchio e da tranquillante nei momenti in cui la ragione perde il controllo e sparisce tra le mille lettere mai inviate. Malina come un passivo fiore che si schiude piano piano sotto la luce violenta del sole d'estate, non si smuove agli attacchi di nervosismo che colpiscono la moglie. Malina così finisce per non dar mai tono alla sua essenza, tra l'essere persona ed entità immaginaria, frammento perso della Huppert o parte della tappezzeria mancata della loro casa vuota, fatta di pezzi di carta, sigarette e porte a vetri.



Si comprende che la scrittrice non è capace di relazionarsi in modo equilibrato con il sesso opposto: le perturbazioni emotive, i silenzi paterni che riaffiorano ricordi violenti e subdoli che l'accompagnano nel tempo, la indirizzano verso il fuoco. Lei brucia dentro come brucia la sua casa come brucia la sua mente come bruciano le sue parole ed impassibili a quel fuoco rimangono solo lei e Malina, Malina e lei.



Il suo amante, Ivan, mi ricorda la frase che Belmondo disse alla Denueve in Mississippi Mermaid, dopo che lei gli confida “spero che perderai presto i capelli, sono sempre stata attratta dagli uomini che diventano calvi” e Belmondo le risponde prontamente “sarà perchè non hai mai conosciuto tuo padre” e in questo frammento di dialogo si racchiude l'attrazione soffocante che la scrittrice prova per Ivan, lui che la vuole per indole curiosa e nulla più, con il passare del tempo si sente oppresso dalla presenza della donna che di lui ne fa un vero e proprio manifesto dell'eternità strappata via al tempo: la paternità. Quando Ivan non è presente, i ricordi del padre ritornano a colmare malsanamente l'assenza del ragazzo. E Malina, nella sua impassibilità, regge il personaggio della Huppert in ogni foglio bruciato dalla disperazione.

Lei, bambina feroce.

Malina, la civiltà.



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