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Pinocchio di Guillermo del Toro

  • Immagine del redattore: cinebucolico
    cinebucolico
  • 14 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 dic 2022

A cura di: Nicolò Forcieri.



Alla vigilia dei 140 anni dalla prima pubblicazione de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi, il regista Guillermo del Toro ci fa rivivere l'avventura del burattino più celebre del mondo rivisitandolo come solo il regista avrebbe potuto fare. Il classico dello scrittore toscano ed il film del regista messicano hanno in comune solo l'inizio e la fine del racconto (e già questa affermazione è opinabile) ma differiscono completamente sul viaggio. Del Toro colloca Pinocchio in un mondo che Collodi non ha mai visto: il '900. La pellicola inizia sul finire della prima guerra mondiale ed il viaggio del burattino prosegue all'interno della seconda, in un'Italia fascista fatta di uomini crudeli, dispotici e violenti ed in cui il richiamo della guerra colpisce soprattutto i bambini. Come detto, la destinazione dei due protagonisti Pinocchio e Geppetto è segnata dall'inizio, i due si ritroveranno alla fine del film (ma questo non vi impedirà di rimanere ugualmente sorpresi dal finale) ma il viaggio di padre e figlio si sviluppa in maniera molto diversa dal racconto a cui siamo abituati.



Pinocchio, abbandonato il paesino dove vive, percorrerà tutto lo stivale fino a Catania con lo spettacolo itinerante di burattini finendo per diventare il protagonista di uno spettacolo propagandistico. Si dovrà districare fra veri mostri e dovrà imparare a rimanere il buono e gentile burattino che il babbo ha realizzato. Dalla sua, Geppetto compirà un viaggio ancor più complesso. L'uomo vuole un figlio che non può avere, per lui Pinocchio è un fardello e si pente di averlo creato. Non accetta che sia diverso da come l'aveva immaginato. È la sua creatura, un burattino, come può essere così disubbidiente? Geppetto ha messo al mondo un figlio che sia la replica di un bambino vero. Ha messo al mondo un figlio che non vuole fare crescere. Ha messo al mondo un figlio indipendente; e di questo dovrà rendersi conto. La profondità del legame fra padre e figlio è sbalorditiva, niente a che vedere con la cieca ossessione di ritrovare il figlio amato del Geppetto disneiano. Per gli estimatori del regista, non temete, ci sono molti elementi classici di del Toro. Il film è pieno di mostri, sia metaforici che non, e di creature bizzarre, le atmosfere sono cupe ed i personaggi ben caratterizzati. Questo Pinocchio è molto più simile al Labirinto del fauno che al classico Disney. Se è vero che l'importante non è la destinazione ma il viaggio, beh, questo viaggio è di una magnificenza assoluta. P.s. sulla qualità del comparto tecnico non mi esprimo ma Netflix ha pubblicato il backstage del film con le interviste al cast. Vi consiglio di guardarlo.



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