Sognare con Walt Disney e Salvador Dalì: la magia di "Destino".
- cinebucolico
- 27 mar 2023
- Tempo di lettura: 2 min
A cura di: Chiara Musicò .

Salvator Dalì e Walt Disney
È il 1945, Salvador Dalì sta collaborando con Alfred Hitchcock per la scenografia di una sequenza di lo ti salverò. In contatto con surrealisti americani come i fratelli Marx e Cecil B. De Mille, partecipa ad una festa organizzata da Jack Warner a Los Angeles. È qui che incontra Walt Disney: l'intesa artistica è incredibile.
I due decidono di collaborare, guidati dalla loro comune sensibilità per il surrealismo, con lo scopo di conquistare il grande pubblico. Nasce così Destino, la storia di una ricerca: quella di una giovane fanciulla che desidera conoscere il suo amato.
I due si incontrano nei sogni, in una dimensione puramente mentale, lottando contro il tempo che scorre inesorabile ed il destino crudele - entrambi temi ricorrenti nell'arte di Dalì.
Dopo i primi accordi, la lavorazione ha inizio: Salvador, affiancato dall'animatore disneiano John Hench, inizia a disegnare le tavole colto da un’inarrestabile foga creativa. Idee su idee, schizzi su schizzi.

Frame da Destino
In otto mesi, però, i secondi di girato creati sono solo due: la Disney smette di investire sul progetto. Solo anni dopo Roy Disney, durante la sua ricerca iconografica per Fantasia, si imbatterà in Destino e deciderà di dare impulso alla sede disneiana parigina affinché il corto venisse terminato.

Bozza per Destino
In questo cortometraggio, che ha impiegato ben 58 anni a venire alla luce, il sublime incontra la meraviglia in sei minuti di estasi.
Il mondo dell'inconscio trionfa in un vortice di simbolismo: la protagonista abbraccia la piramide di Crono nel tentativo di fermare lo scorrere inesorabile del tempo, prima che questo le strappi la giovinezza e le impedisca di trovare il vero amore; incontra manichini di amori fasulli e si rifugia nella conchiglia della femminilità; si congiunge con l'ombra di una campana per diventare un tutt'uno con il tempo; danza libera da crono e dal fato e incontra l'uomo della sua vita, ne viene separata e vi si ricongiunge sottoforma di uno stormo di rondini; si trasforma e ritrasforma - in un gioco che verrà ripreso da Julia Gromskaya in L'anima Mavi (2009) e, più in generale, da tutta la corrente cinematografica dell'animazione dipinta -, diventando pallina per l'uomo che si rivela giocatore di baseball; vi si congiunge e ne viene separata sempre da crono e dal fato.

Frame da Destino
Destino è una perla rara, costellata da riferimenti cinematografici: in particolare, spiccano quelli a Un Chien Andalou, opera del 1929 diretta da Luis Buñuel, il cui soggetto, sceneggiatura e produzione sono gestite anche dallo stesso Dalì.
La qualità del disegno e l’onirico montaggio, accompagnati dalle musiche di Armando Dominguez e Michael Starobin, accompagnano il fruitore in una visione al di fuori dall’ordinario, lasciando sognare e interpretare, riflettere e rielaborare.

Frame da Destino
Questa breve ma intensissima storia, nel tempo, riceve anche dei riconoscimenti: il 2 giugno 2003, Destino viene premiato al Festival internazionale del film d'animazione di Annecy, in Francia; nel 2004 riceve una nomination agli Oscar.
Destino è disponibile sulla piattaforma Disney+, ma è reperibile anche su YouTube. Dateci un’occhiata!
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